
- Posted by Matteo Ciofi
- On Novembre 18, 2016
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- Chiesa, Nicolas Maduro, Sud America, Vaticano
Prosegue il dialogo in Venezuela fra il Governo e la Mesa de unidad democratica, quel tavolo di confronto auspicato e facilitato dal Vaticano, la situazione però nel paese sudamericano continua a essere sempre più drammatica.
Le parti hanno deciso di proseguire nel dialogo e il primo punto in agenda – come riporta Radio Vaticana – è la possibilità di aprire canali umanitari, finora sempre negati dal Governo, per far giungere nel Venezuela in piena crisi economica ed umanitaria aiuti dalle organizzazioni internazionali.
“Mi dà un dolore immenso vedere che la gente cerca cibo tra la spazzatura” ha detto il card. Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, dopo la chiusura del Giubileo nella chiesa di “Nuestra Señora de Chiquinquirá”. “Bisogna però che ci siano subito risultati, che la gente veda che il dialogo porta a qualcosa di concreto” ha proseguito il porporato. A queste frasi ha fatto eco mons. Mario Moronta, vescovo di San Cristobal che ha dichiarato: “Il dialogo non deve solo occuparsi di situazioni di tipo politico, pure importanti e urgenti, ma soprattutto deve aprire le porte alla riconciliazione, al protagonismo del popolo, vero soggetto sociale”.
Una ulteriore testimonianza del dramma venezuelano è stata fornita dal direttore del Dipartimento della comunicazione della Conferenza episcopale del Venezuela (Cev), padre Pedro Pablo Aguilar che ha dichiarato: “Ogni giorno muoiono da uno a due bambini per la malnutrizione mentre ogni fine settimana circa 200 persone vengono uccise in Venezuela”.
Tra saccheggi e rivolte, il clima è irrespirabile, emblematico è quanto avvenuto nei pressi di Maracaibo, nell’ovest del Venezuela alcuni giorni fa, quando centinaia di persone hanno assalito e saccheggiato circa 50 negozi di alimentari, vestiti e elettrodomestici.
A tutto questo va aggiunto la decisione del governo di Nicolas Maduro che ha recentemente annunciato come tutto il Venezuela entrerà in un programma di razionamento dell’energia elettrica per 40 giorni. Una scelta dovuta all’assenza di piogge nella zona dove si trova il bacino idrico del Guri, nel sud-est del paese, il quale è responsabile del 60% della produzione dell’energia elettrica nazionale.
Dall’altro canto però arriva anche una notizia riportata da AGV News secondo la quale Venezuela e la China National Petroleum Corporation (CNPC) hanno concordato un piano di investimento di 2,2 miliardi che aumenterà la produzione di petrolio di 277 mila barili al giorno. Il presidente venezuelano Maduro ha detto che con questo nuovo accordo “si raggiungerà con la Cina 800 mila barili al giorno”.
Secondo il ministro del Petrolio del Venezuela, Eulogio del Pino, i fondi saranno successivamente utilizzati per completare la costruzione di una nuova fabbrica in Cina e per aumentare la produzione di petrolio in tre joint venture in Venezuela.
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