
- Posted by Matteo Ciofi
- On Maggio 30, 2018
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- Catechesi, Chiesa, Papa Francesco, Spirito, Udienza Generale, Vaticano
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.35 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi sul sacramento della Confermazione, ha incentrato la sua meditazione sul sigillo dello Spirito. (Brano biblico: Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati 5, 22-23).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Cari fratelli e sorelle,
proseguendo l’argomento della Confermazione o Cresima, desidero oggi mettere in luce l’«intima connessione di questo sacramento con tutta l’iniziazione cristiana» (Sacrosanctum Concilium, 71).
Prima di ricevere l’unzione spirituale che conferma e rafforza la grazia del Battesimo, i cresimandi sono chiamati a rinnovare le promesse fatte un giorno da genitori e padrini. Ora sono loro stessi a professare la fede della Chiesa, pronti a rispondere «credo» alle domande rivolte dal Vescovo; pronti, in particolare, a credere «nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e che oggi, per mezzo del sacramento della Confermazione, è in modo speciale a [loro] conferito, come già agli Apostoli nel giorno di Pentecoste» (Rito della Confermazione, n. 26).
Poiché la venuta dello Spirito Santo richiede cuori raccolti in orazione (cfr At 1,14), dopo la preghiera silenziosa della comunità, il Vescovo, tenendo le mani stese sui cresimandi, supplica Dio di infondere in loro il suo santo Spirito Paraclito. Uno solo è lo Spirito (cfr 1 Cor 12,4), ma venendo a noi porta con sé ricchezza di doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e santo timore di Dio (cfr Rito della Confermazione, nn. 28-29). Abbiamo sentito il passo della Bibbia con questi doni che porta lo Spirito Santo. Secondo il profeta Isaia (11,2), queste sono le sette virtù dello Spirito effuse sul Messia per il compimento della sua missione. Anche san Paolo descrive l’abbondante frutto dello Spirito che è «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). L’unico Spirito distribuisce i molteplici doni che arricchiscono l’unica Chiesa: è l’Autore della diversità, ma allo stesso tempo il Creatore dell’unità. Così lo Spirito dà tutte queste ricchezze che sono diverse ma allo stesso modo fa l’armonia, cioè l’unità di tutte queste ricchezze spirituali che abbiamo noi cristiani.
Per tradizione attestata dagli Apostoli, lo Spirito che completa la grazia del Battesimo viene comunicato attraverso l’imposizione delle mani (cfr At 8,15-17; 19,5-6; Eb 6,2). A questo gesto biblico, per meglio esprimere l’effusione dello Spirito che pervade quanti la ricevono, si è ben presto aggiunta una unzione di olio profumato, chiamato crisma[1], rimasta in uso fino ad oggi, sia in Oriente che in Occidente (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1289).
L’olio – il crisma – è sostanza terapeutica e cosmetica, che entrando nei tessuti del corpo medica le ferite e profuma le membra; per queste qualità è stato assunto dalla simbolica biblica e liturgica per esprimere l’azione dello Spirito Santo che consacra e permea il battezzato, abbellendolo di carismi. Il Sacramento viene conferito mediante l’unzione del crisma sulla fronte, compiuta dal Vescovo con l’imposizione della mano e mediante le parole: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono»[2]. Lo Spirito Santo è il dono invisibile elargito e il crisma ne è il sigillo visibile.
Ricevendo in fronte il segno della croce con l’olio profumato, il confermato riceve dunque una impronta spirituale indelebile, il “carattere”, che lo configura più perfettamente a Cristo e gli dà la grazia di spandere tra gli uomini il suo “buon profumo” (cfr 2 Cor 2,15).
Riascoltiamo l’invito di sant’Ambrogio ai neoconfermati. Dice così: «Ricorda che hai ricevuto il sigillo spirituale […] e conserva ciò che hai ricevuto. Dio Padre ti ha segnato, ti ha confermato Cristo Signore e ha posto nel tuo cuore quale pegno lo Spirito» (De mysteriis 7,42: CSEL 73,106; cfr CCC, 1303). E’ un dono immeritato lo Spirito, da accogliere con gratitudine, facendo spazio alla sua inesauribile creatività. E’ un dono da custodire con premura, da assecondare con docilità, lasciandosi plasmare, come cera, dalla sua infuocata carità, «per riflettere Gesù Cristo nel mondo di oggi» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 23).
Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana.
Sono lieto di accogliere i Partecipanti al Capitolo Generale delle Suore di San Felice da Cantalice; i Sacerdoti e i Seminaristi dei Collegi e Convitti Romani, i Diaconi del Pontificio Collegio Urbano in Roma; le Religiose del Collegio Missionario Mater Ecclesiae in Castel Gandolfo e il Gruppo dell’Ordo Viduarum.
Saluto le Parrocchie di Oppido Lucano e di Furci; l’Associazione Roller House di Osimo, accompagnata dal Vescovo, Monsignor Claudio Giuliodori; la Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri di Velletri; l’Associazione Lo spirito del pianeta e la Fondazione Istituto Castelli di Brescia.
Un pensiero speciale porgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domani concludiamo il mese mariano. La Madre di Dio sia il vostro rifugio nei momenti lieti, come anche in quelli più difficili, e sia la guida delle vostre famiglie, affinché diventino un focolare domestico di preghiera, di reciproca comprensione e di dono.
Bollettino Sala Stampa della Santa Sede