
- Posted by Matteo Ciofi
- On Gennaio 24, 2020
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- Avezzano, Chiesa, Mons Paglia, Vaticano
Avezzano, 24 gennaio.– «Fare scelte etiche oggi significa cercare di trasformare il progresso in sviluppo con la tecnologia al servizio della dignità della persona umana». Lo ha sottolineato mons. Vincenzo Paglia ad Avezzano, parlando nel pomeriggio di venerdì al convegno «Uomo on-life: tecnologia al servizio o persona bannata?». Il convegno è organizzato dalla Diocesi di Avezzano ed ha visto la partecipazione del Vescovo mons. Pietro Santoro.
Nel suo intervento mons. Paglia ha esaminato alcune caratteristiche delle tecnologie digitali. «Nella realtà “iperconnessa” in cui siamo immersi non ha più neanche senso porre la domanda se si è online o offline, perché attraverso la molteplicità di dispositivi con cui interagiamo e che interagiscono tra loro, spesso a nostra insaputa, sarebbe più corretto dire che siamo onlife: un neologismo che indica l’inestricabile intreccio tra vita umana e universo digitale». E non basta chiedere o invocare una «educazione» per un «uso corretto» degli strumenti perché «sono molto più che strumenti: plasmano il mondo e le coscienze».
Da qui alcune proposte sviluppate da mons. Paglia. «Non basta semplicemente ragionare sulla sensibilità morale di chi fa ricerca e progetta dispositivi e algoritmi, e affidarci ad essa; occorre invece lavorare per creare corpi sociali intermedi che assicurano rappresentanza alla sensibilità etica degli utilizzatori, in tutte le fasi del processo». Occorre «un monitoraggio inter-disciplinare per la ricerca condivisa di un’etica a proposito dell’intero percorso in cui intervengono le diverse competenze nell’elaborazione degli apparati tecnologici (ricerca, progettazione, produzione, distribuzione, utilizzo individuale e collettivo)». Il rischio «è che con lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, l’accesso e l’elaborazione diventino selettivamente riservate alle grandi holding economiche, ai sistemi di pubblica sicurezza, agli attori della governance politica. In altri termini, è in gioco l’equità nella ricerca di informazioni o nel mantenere i contatti con gli altri, se la sofisticazione dei servizi sarà automaticamente sottratta a chi non appartiene a gruppi privilegiati o non dispone di particolari competenze».
La Pontificia Accademia per la Vita ha deciso di occuparsi della tematica raccogliendo la sollecitazione di alcuni importanti operatori nel campo delle tecnologie digitali (Microsoft e IBM) per approfondire la comprensione delle trasformazioni in atto e per poter assumere le corrispondenti responsabilità.
«Stiamo elaborando una Call for Ethics – ha spiegato mons. Paglia – che conduca a un valutazione critica degli effetti di queste tecnologie, dei rischi che comportano, di possibili vie di regolamentazione, anche sul piano educativo».
La Call viene presentata il 28 febbraio a Roma, nel corso di un evento pubblico nell’Auditorium di via della Conciliazione 4, alla presenza del Presidente di Microsoft Brad Smith, del vicepresidente di Ibm John Kelly III, del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, del Direttore Generale della Fao Qu Dongyu. Capiamo sempre di più e meglio come oggi sia in gioco «l’equità nella ricerca di informazioni o nel mantenere i contatti con gli altri, se la sofisticazione dei servizi sarà automaticamente sottratta a chi non appartiene a gruppi privilegiati o non dispone di particolari competenze». E – ha concluso mons. Paglia – l’impegno etico è importante «perché una disuguaglianza e una discriminazione tra le persone fondata sulla tecnologia sarà molto più lacerante e disastrosa dell’attuale disuguaglianza economica».