
- Posted by Matteo Ciofi
- On Novembre 10, 2018
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- Chiesa, estate, San Martino, San Martino di Tours, Vaticano
Mentre il maltempo continua a imperversare su parte dell’Italia e su gran parte dell’Europa, ci si chiede se anche stavolta, come sempre, ci sarà la famosa estate di San Martino, quel periodo di inizio novembre celebre per essere caratterizzato da un clima mite e con temperature più alte della media.
Nonostante la definizione, il breve periodo in questione – alcuni giorni – non può essere paragonato all’estate vera e propria, ma quello che è più interessante capire è il motivo di questo abbinamento fra il clima ed il santo.
Martino nacque nel 316 a Sibaria, in una località che oggi sarebbe in terra ungherese, il nome che gli fu dato aveva una connotazione con Marte, dio della guerra, una scelta voluta dal padre che era stato un veterano.
All’età di 15 anni, la famiglia di Martino si traferì a Pavia, in Lombardia, ma presto il destino racchiuso nel suo nome si svelò: nel 331 infatti, grazie ad un editto imperiale, tutti i figli dei veterani furono obbligati ad arruolarsi nell’esercito romano e Martino fu reclutato nelle Scholae imperiali.
Venne inviato in Gallia e qui, essendo un circitor, il suo compito era la ronda di notte e l’ispezione dei posti di guardia, così come la sorveglianza notturna delle guarnigioni. Fu proprio durante una di queste ronde, nell’inverno del 335, che avvenne l’episodio che gli cambiò la vita e che ancora oggi è maggiormente ricordato.
Martino infatti incontrò sulla sua strada un povero seminudo, il quale, nonostante il gelo, chiedeva l’elemosina. Senza alcuna esitazione, Martino tagliò in due con la spada il suo mantello e ne diede una metà al povero mendicante per scaldarsi.
La notta successiva, mentre dormiva, Martino vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare e lo sentì dire agli angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Al suo risveglio, Martino trovò il mantello completamente integro.
Questo sogno toccò profondamente Martino che in occasione della Pasqua successiva fu battezzato, al tempo stesso però rimase all’interno dell’esercito per molti altri anni, fin quando decise di lasciare la carriera militare.
Dopo essere stato a Parigi, Milano e Savona, fece ritorno a Poitiers, ed al rientro del vescovo cattolico, divenne monaco e fu presto seguito da nuovi compagni, fondando uno dei primi monasteri d’occidente, a Ligugé, sotto la protezione del vescovo Ilario.
Pur andando contro la sua volontà, gli elettori riuniti a Tours, clero e fedeli, decisero di eleggerlo vescovo nel 371.
Poco fuori dal centro abitato creò un monastero, Marmoutier, di cui divenne abate e in cui impose a se stesso e ai fratelli una esistenza fatta di povertà, mortificazione e di preghiera.
San Martino si spense l’8 novembre del 397 a Candes-Saint-Martin, dove era andato con lo scopo di riappacificare il clero locale; i suoi funerali però, vennero celebrati tre giorni più tardi, l’11 novembre in quella che oggi è la città di Tours.
È stato fra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa cattolica ed è venerato anche da quella ortodossa e da quella copta, è inoltre il patrono delle Guardie Svizzere pontificie ma anche di mendicanti, albergatori e cavalieri. Solo in Italia si contano oltre 900 chiese a lui dedicate, mentre in Francia sono bene 4000.
Il caldo che si abbina a questi giorni di novembre rimanda però al celebre episodio del mantello, poiché, seguendo l’aneddoto, dopo che Martino aveva consegnato metà del suo mantello al mendicante, la pioggia terminò ed il sole uscì immediatamente a riscaldare la giornata.
Nella tradizione italiana, tante sono le storie legate a San Martino, fra cui la celebre poesia di Giosuè Carducci che fa riferimento proprio alla data dell’11 novembre, giorno in cui la tradizione vuole che in Italia si celebri la maturazione del vino nuovo, da cui deriva il proverbio “San Martino, ogni mosto diventa vino”.
La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
Photo Credits – Alfred Rethel – Der heilige Martin (1836)