
- Posted by Matteo Ciofi
- On Maggio 28, 2020
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- Chiesa, Coronavirus, COVID-19, Crisi, Lockdown, Papa Francesco, Piazza San Pietro, Vaticano
Città del Vaticano – Sono passati dieci giorni dalla fine del lockdown in Italia ed in Vaticano eppure tutto sembra rimasto fermo a prima del 18 maggio, almeno intorno Piazza San Pietro.
Per chi ha avuto la possibilità – e la fortuna – di ammirare il Vaticano in questi giorni, così come durante la quarantena, la prima cosa che si percepisce è il silenzio. Gli unici rumori che si possono percepire sono quelli di alcune voci singole, i gabbiani e le sirene delle ambulanze dirette al Santo Spirito. In sostanza, i due mesi abbondanti di lockdown sembrano semplicemente proseguire.
Da lunedì scorso intanto l’accesso alla piazza e alla Basilica Vaticana è stato ripristinato. Dentro San Pietro si può entrare fino alle ore 18 con un percorso leggermente diverso rispetto al solito. All’ingresso del colonnato destro, lato Sant’Anna, si entra per arrivare ad un controllo della temperatura effettuato dal personale sanitario. Mascherine e guanti sono obbligatori per entrare, il passaggio attraverso il metal detector è l’unico step rimasto identico al passato. Pochissime le persone in fila, nessun turista, di stranieri inevitabilmente non c’è traccia. Intorno alla piazza si alternano alcuni passanti, diverse persone del clero e vicino al colonnato sono sempre di più i senza tetto.
Su Piazza Pio XII, così come su Via della Conciliazione, è tutto chiuso. Dieci giorni non sono bastati per far ripartire le attività commerciali che soffrono tremendamente la situazione legata all’assenza di turismo. Bar e ristoranti espongono manifesti polemici e critici, sottolineando come sia necessario l’intervento del governo: il rischio di chiusure e la perdita di posti di lavoro è enorme.
Librerie, negozi di souvenir e altri esercizi seguono il mondo della ristorazione e non hanno ancora aperto in attesa probabilmente di capire come evolverà la situazione.
Affitti cari, costi di gestione, tavoli dimezzati per il distanziamento in caso di apertura e soprattutto l’assenza di turisti stranieri sono i fattori che stanno fiaccando la ripresa, difficile immaginare che in poche settimane il mondo commerciale che gravita intorno Via della Conciliazione possa realmente ripartire.
Nel frattempo i Musei Vaticani sono pronti ad accogliere nuovamente i visitatori. Lunedì 1 giugno si riapriranno le porte ed il direttore Barbara Jatta ha confermato ieri che per i primi tre giorni ci sono già tantissime richieste, più di quello che si poteva immaginare. Sarà necessaria la prenotazione obbligatoria e l’orario sarà esteso, mentre all’interno della struttura si completano gli ultimi correttivi per garantire sicurezza e distanziamento sociale.
A tre giorni dalla domenica di Pentecoste, con il Papa che tornerà ad affacciarsi dalla finestra del Palazzo Apostolico per tutto il Regina Coeli, lo scenario intorno il Vaticano è quello che si poteva facilmente immaginare prima della fine del lockdown. Qualunque zona prettamente turistica non può ripartire senza le persone ed il conseguente indotto.
Sotto il Cupolone si preannuncia quindi un’estate insolita e con questo strano silenzio che da dieci settimane è la paradossale colonna sonora di un luogo impossibile da immaginare così ad inizio marzo.