
- Posted by Matteo Ciofi
- On Luglio 31, 2018
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- Chiesa, CIM, Ministranti, Omelia, Papa Francesco, Vaticano
Alle ore 18.10 di oggi, il Santo Padre Francesco incontra in Piazza San Pietro i partecipanti al 12.mo Pellegrinaggio Internazionale dei Ministranti dell’Associazione Coetus internationalis ministrantium (CIM), in corso a Roma dal 30 luglio al 3 agosto e il cui motto, ispirato al versetto 14 del Salmo 34, è: “Cerca la pace e perseguila”.
Gli oltre 60.000 ragazze e ragazzi, provenienti da 18 Paesi (Italia, Belgio, Francia, Croazia, Lussemburgo, Austria, Portogallo, Romania, Russia, Svizzera, Serbia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Ucraina, Ungheria, Stati Uniti e terre caraibiche come Antigua e Barbuda), sono accompagnati dal Vescovo di Zrenjanin (Serbia), S.E. Mons. Ladislav Nemet, Presidente del CIM.
Proveniente dalla Germania il gruppo più numeroso di ministranti – circa 50.000 chierichetti – accompagnato dal Presidente della Commissione per i giovani della Conferenza Episcopale Tedesca, Mons. Stefan Oster, S.D.B., Vescovo di Passau, e da numerosi altri presuli membri della Conferenza Episcopale.
Alle ore 18.30 ha inizio la recita dei Vespri, presieduta dal Santo Padre.
Quindi, dopo il saluto di S.E. Mons. Ladislav Nemet, il Santo Padre risponde alle domande che gli vengono rivolte da cinque ministranti provenienti dal Lussemburgo, dal Portogallo, da Antigua e Barbuda, dalla Germania e dalla Serbia.
Riportiamo di seguito il testo dell’omelia e il dialogo del Santo Padre con i giovani presenti in Piazza San Pietro:
Omelia del Santo Padre
«Fate tutto per la gloria di Dio»: così San Paolo ci esorta nella lettura appena ascoltata. Servire la gloria di Dio in ogni cosa che facciamo è il criterio decisivo per il nostro agire, la sintesi massima di ciò che significa vivere l’amicizia con Gesù. È l’indicazione che ci orienta quando non siamo sicuri di quale sia la cosa giusta da fare; ci aiuta a riconoscere la voce di Dio dentro di noi, che ci parla nella coscienza perché possiamo discernere la sua volontà. La gloria di Dio è l’ago della bussola della nostra coscienza.
San Paolo ci parla anche di un altro criterio: sforzarsi di piacere a tutti in tutto perché giungano alla salvezza. Siamo tutti figli di Dio, abbiamo gli stessi desideri, sogni e ideali. A volte qualcuno resta deluso, e siamo noi che possiamo riaccendere la luce, trasmettere un po’ di buonumore. Così è più facile andare d’accordo e testimoniare nella vita di ogni giorno l’amore di Dio e la gioia della fede. Dipende dalla nostra coerenza che i nostri fratelli riconoscano Gesù Cristo, l’unico salvatore e la speranza del mondo.
Forse vi chiedete: “Come posso farlo io? Non è un compito troppo alto?”. È vero, è una missione grande, ma è possibile. Ancora San Paolo ci incoraggia: «Fatevi i miei imitatori, come io lo sono di Cristo». Sì, possiamo vivere questa missione imitando Gesù come hanno fatto l’apostolo Paolo e tutti i santi. Guardiamo ai santi, che sono il Vangelo vissuto, perché hanno saputo tradurre il messaggio di Cristo nella propria vita. Il santo di oggi, Ignazio di Loyola, che da giovane soldato pensava alla propria gloria, al momento buono è stato attirato dalla gloria di Dio, e ha scoperto che lì è il centro e il senso della vita. Facciamoci imitatori dei santi; facciamo tutto per la gloria di Dio e per la salvezza dei fratelli.
Bollettino Sala Stampa della Santa Sede