
- Posted by Matteo Ciofi
- On Aprile 27, 2017
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- Bartolomeo I, Egitto, Papa Francesco, Vaticano, Viaggio pastorale
Domani mattina inizierà il 17esimo viaggio pastorale di Papa Francesco per la prima volta in Egitto, la seconda nel continente africano dopo la visita del novembre 2015.
In seguito al duplice attentato alle chiese copte di Tanta e Alessandria d’Egitto nella Domenica delle Palme, che hanno causato 44 morti e 78 feriti, c’era una inevitabile preoccupazione per questo viaggio del pontefice.
La decisione del Santo Padre di mantenere senza variazioni il suo programma in Egitto è stata invece una risposta chiara e la dimostrazione da parte del Papa di volere essere vicino ai fratelli cristiani della Chiesa Cristiana d’Oriente.
Per Papa Francesco questo è il quarto viaggio in un Paese a maggioranza islamica, dopo Giordania, Turchia e Azerbaigian. Una visita che ha però uno triplice intento: pastorale per la piccola comunità dei cattolici presenti in Egitto, quella ecumenico, con il dialogo con i copti ortodossi e poi quello interreligioso.
In un paese di quasi 90 milioni di abitanti, in cui l’89% sono musulmani sunniti, circa il 10% copti ortodossi e solo lo 0,1%, cattolici, di diversi riti, Papa Francesco arriva come uomo di pace, un concetto ribadito anche nel video messaggio di alcuni giorni fa.
Allo stesso modo, anche la presenza del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I sarà una presenza significativa, per accomunare i cristiani e la loro testimonianza di unità come segno per la pace nel mondo.
Greg Burke, direttore della Sala Stampa, nei giorni scorsi ha parlato di questo viaggio affermando la volontà del Papa di dare segnali positivi.
“È sereno, e non ingenuo, perché conosce la situazione in Egitto – ha dichiarato Burke a Radio Vaticana – sa cosa è successo con i copti negli ultimi anni. Si sposterà con una macchina normale, coperta, però ci saranno due momenti in cui si muoverà con la golf car: durante la Messa del sabato e all’incontro al Seminario”.
Il nunzio in Egitto, mons. Bruno Musarò ha parlato del grande entusiamso degli egiziani in vista di questa visita, anche da parte degli ortodossi e dei musulmani.
Musarò ha aggiunto che alcuni gesti del pontefice, come la lavanda dei piedi a carcerati o a persone disabili del Venerdì Santo, sono azioni davvero potenti e che arrivano al cuore delle persone al di là della loro religione di appartenenza, come avvenuto appunto per gli egiziani recentemente.