
- Posted by Matteo Ciofi
- On Gennaio 31, 2017
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- Balcani, Ceicem, Chiesa, Ecumenismo, Papa Francesco, Vaticano
Nella giornata di ieri, Papa Francesco ha ricevuto in udienza per la visita “ad limina” i vescovi di Serbia, Montenegro, Macedonia e Kosovo, riuniti nella Conferenza episcopale internazionale dei Santi Cirillo e Metodio (Ceicem).
Molti sono stati i temi trattati, fra cui le speranze e le difficoltà per questa Chiesa che vive in mezzo a una maggioranza ortodossa o islamica, con l’obiettivo di portare ovunque la riconciliazione.
L’Arcivescovo di Belgrado, Stanislav Hocevar, parlando a Radio Vaticana, ha spiegato come i cattolici siano in minoranza assoluta in questa zona dei Balcani. Per questo motivo, uno degli aspetti principali, rimane il dialogo teologico ed ecumenico con la Chiesa maggioritaria ortodossa serba, così come orientare il dialogo con la comunità islamica.
Stanislav Hocevar ha sottolineato anche la grande povertà delle chiese locali, un argomento sul quale il Santo Padre ha mostrato il suo interesse per trovare delle soluzioni concrete.
Mons. Ladislav Nemét, presidente della Ceicem, ha specificato che la collaborazione tra la Santa Sede e la Chiesa ortodossa serba è molto buona. In Kosovo invece, il dialogo interreligioso è più significativo perché i cattolici vivono tra i musulmani. Diversa la situazione in Montenegro ed in Macedonia. Qui è difficile anche per la Chiesa cattolica mantenere relazioni con la Chiesa ortodossa ufficiale e anche con due Chiese ortodosse che stanno nascendo con un grande aiuto statale.
Mons. Nemet, ha spiegato perché recentemente è stato proposto alla Santa Sede di dividere la Conferenza internazionale Santi Cirillo e Metodio in Conferenze nazionali, un richiesta quasi obbligata a causa delle enormi differeze fra i 4 paesi che vi partecipano.
“Soltanto in Serbia – ha aggiunto Mons. Nemet – abbiamo il diritto di insegnare la religione nelle scuole elementari e anche nelle superiori. Sempre in Serbia, si trova il 90% dei cattolici di tutta la Conferenza dei Santi Cirillo e Metodio. Per quanto riguarda il Montenegro, il governo ha firmato con la Santa Sede un accordo generale di base. Negli altri Paesi, invece, non ci sono intese analoghe. Anche questa è una grande differenza sulla quale il Papa ha promesso di intervenire”.