
- Posted by Matteo Ciofi
- On Agosto 27, 2015
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- Degrado, Giubileo, Inchieste, Roma, San Pietro, Turismo, Vaticano
Mi chiedo sempre quale sia il primo pensiero di un normale turista o di un pellegrino quando arriva nei pressi delle mura vaticane, quando si avvicina a piazza San Pietro e guarda la Basilica. Mi incuriosisce questo interrogativo ed in qualche modo sono riuscito a darmi una risposta parlando con i diretti interessati che mi hanno fornito diverse risposte, piuttosto simili fra loro ma con una scia polemica costante.
Per me, nato e cresciuto a Roma, tutto è normale, non mi stupisce svoltare l’angolo di piazza Pia e vedere la cupola nel suo splendore. Per me è naturale, un privilegio inestimabile, la fortuna di essere assuefatto dalla bellezza che mi circonda, per me è consuetudine, per questo non posso avere un punto di vista reale e credibile fino in fondo, non posso essere obiettivo.
Chi arriva da fuori, invece, non necessariamente dal resto del mondo, ha uno sguardo diverso, parametri differenti, l’entusiasmo del turista che si lascia avvolgere dalla città e il desiderio di vivere appieno ciò che la capitale sa offrire. Roma però, non è più quella di un tempo, e mentre lo scrivo mi rendo conto di dire una cosa banale o con una venatura anziana, ma in fondo so che è la verità.
Sì, perché fortunatamente non appartengo a chi difende la propria città a spada tratta e poi, in confessioni intime esprime la propria idea, credo che Roma da anni sia precipitata in un burrone di maleducazione, degrado e mancanza di rispetto, problemi che esulano dal colore di chi ha la centrale dei comandi del Campidoglio.
Roma è un posto magnifico che ormai vive di eredità, un gigante accasciato su se stesso che ha fiammate di importanza e centralità per motivi che non si merita più con la sua attualità. Il prossimo evento ad esempio, il Giubileo che inizierà l’8 dicembre, è l’ennesima occasione per una città che potrebbe prendere una boccata d’ossigeno dopo essere stata stritolata negli ultimi mesi da scandali e problemi ciclici, tutte situazioni alle quali poi, ogni tanto, si aggiungono anche vicende imbarazzanti come il recente funerale del boss Casamonica.
Roma è questa, e se un tempo era bella solo per i turisti che in pochi giorni potevano godere del meglio di questa città, oggi però non è più così. In quella scia polemica accennata all’inizio si annida il giudizio di chi non può non notare lo sporco, la disorganizzazione e i problemi palesi di un luogo del genere.
Questo ormai non sfugge a nessuno, sono “disguidi” talmente grandi che coinvolgono anche il turista il quale, nonostante tutto, si ritrova quasi automaticamente a commentare le crepe dell’Urbe.
Arrivare al Vaticano è un primo pellegrinaggio, non spirituale ma pratico, uno slalom fra persone (la maggior parte illegali) che cercano di vendere pacchetti turistici per entrare ai musei vaticani, risparmiando tempo sulla fila. Via Ottaviano è terra per questa categoria che si ritrova ovviamente anche in piazza, dove prima di arrivare ci si deve imbattere in altro, banchi stile-mercato sui marciapiedi, mendicanti ogni 50 metri, e qualche volante della polizia municipale sparsa qua e là.
Superata piazza del Risorgimento, dove a luglio ha sostato nei giorni di emergenza caldo la Protezione civile che consegnava acqua a tutti, causando un problema non piccolo ai vicini camion bar, si entra in via di Porta Angelica lungo la quale si trova una nuova ondata di chi vuole offrirti di tutto: tour, ristoranti a prezzi non propriamente modici, biglietti vari, venditori abusivi, oltre ad altri banchi che vendono qualunque oggetto, con un occhio di riguardo ovviamente a quei gadget religiosi.
La parallela, via del Mascherino, è molto meno trafficata e lo scenario è mortificante, con i cassonetti della spazzatura che sputano fuori di tutto, disperati, senzatetto, persone che rovistano fra i sacchetti, con un odore tutt’altro che gradevole, nulla rispetto a quello che si avverte lungo le mura sui via dei Corridori.
Eppure, tutto sembra normale, quando non lo è. Il turista si imbatte così in dinamiche inspiegabili, in immagini da censura che ti rimangono dentro anche se sei un pellegrino che il giorno dopo ripartirà per un’altra destinazione. La piazza, magnifica ed unica nella sua bellezza sconvolgente è il teatro di bande che si contendono turisti, finti pass al collo e una costante ricerca del cliente a cui propinare offerte vantaggiose sempre per i musei vaticani. Ogni tanto, capita anche che la lotta eterna fra “legali” ed “illegali” possa sfociare in litigi o addirittura in risse, come ieri pomeriggio quando su via Rusticucci una decina di persone di colore sono arrivate alle mani prima che intervenissero dei carabinieri.
Il quadro sembra triste, l’aspetto negativo è che non c’è nulla di esagerato, non serve calcare la mano nel descrivere certe situazioni per creare scalpore. No, è semplicemente così. Un ritratto desolante nel quale si incastrano quei camion bar con licenza, la polizia municipale lo ha precisato davanti a me, gli urtisti (sempre con licenza) sotto il colonnato su via della Conciliazione, ed un bivacco insostenibile ed inammissibile davanti l’ingresso della sala stampa vaticana.
Questo è lo scenario intorno al Vaticano, dentro e fuori da piazza San Pietro, e se l’augurio è che il Giubileo possa darci una mano nel risollevare un minimo tutto quello che ruota intorno ad uno dei posti più importanti del mondo, la sensazione è che questa speranza possa rivelarsi, presto, ancora una volta, una grossa delusione.
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