
- Posted by Matteo Ciofi
- On Ottobre 30, 2015
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- Papa Francesco, Sinodo 2015, Vaticano
È trascorsa meno di una settimana dal termine del Sinodo, ma le voci ed i commenti a riguardo, ovviamente, ancora si rincorrono. Tre settimane in cui il mondo si è rivolto verso Roma, 23 giorni in cui il mondo cattolico si è raccolto nella Città Eterna cercando di dare seguito a tutto ciò che era iniziato dodici mesi prima. È stata una lunga maratona, un percorso, un camminare insieme, riprendendo il significato originario del termine Sinodo che ha coinvolto tutti. Dal Santo Padre, presente in molte occasioni, ai cardinali, fino agli addetti ai lavori come noi che avevamo il dovere di raccontare quello che stava accadendo in una grande aula all’interno del Vaticano.
Abbiamo avuto il privilegio di essere parte del Sinodo, la fortuna di vedere da vicino questo cammino, di percepire effettivamente quello che stava succedendo. Un onore, certo, ma anche un onere, come spesso capita. Interviste, notiziari e articoli, una rincorsa a qualche vescovo per strappare due battute durante il sacro momento della pausa caffé, mezz’ora nella quale bisognava concentrare sforzi e abilità diplomatiche per raccogliere le prime impressioni. Non è stato semplice anche perché, come sempre nei grandi eventi, non sono mancate polemiche e questioni che hanno provato ad intralciare il cammino sinodale. Dalle rivelazioni omosessuali e private prima che iniziassero le Congregazioni generali, fino alla famosa lettera che ha irretito e preoccupato un po’ tutti, soprattutto i Padri Sinodali timorosi nel rilasciare dichiarazioni. Come se non bastasse, lo scorcio finale è stato macchiato dalla notizia falsa riguardo le condizioni di salute del pontefice e di un tumore benigno che fortunatamente non esiste nel modo più assoluto. Abbiamo visto e incontrato il Papa diverse volte, una in particolare, e possiamo garantire che il Santo Padre è in buone condizioni, al massimo qualche problema relativo ad una sciatalgia, roba di poco conto per un personaggio come Francesco.
Condividere 25 minuti con il Papa rimarrà un ricordo indelebile, il punto massimo di tre settimane scandite da incontri e interviste in cui abbiamo provato a portare tanti interpreti ai nostri microfoni cercando di mescolare il più possibile i punti di vista e le diverse prospettive.
Il Sinodo rimane un grande evento, un punto di ritrovo, un raduno mondiale in cui ci si confronta e nulla è più interessante nel vedere cardinali provenienti da angoli estremi ed opposti del mondo dialogare amichevolmente anche su temi di portata notevole.
Il tanto lavoro probabilmente ci ha ha distolto in alcuni momenti dalla grandezza del momento, da ciò che stavamo vivendo. Quello che sappiamo con certezza è che abbiamo provato in tutti i modi a raccontarvi quanto più possibile, con discrezione, in maniera fedele e provando a trasmettervi la bellezza di essere lì.
È stato un bel viaggio, perché SYNODUS significa come detto quello: SYN insieme e ODOS cammino, un percorso con la famiglia posta giustamente al centro, pensando alla bellezza del matrimonio e cercando di rendere la Chiesa sempre più ospedale di campo, luogo aperto di accoglienza e comprensione ed un Sinodo serve soprattutto a questo.