
- Posted by Matteo Ciofi
- On Settembre 30, 2016
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- Cuba, Fidel Castro, Kirill I, Papa Francesco, Religione, USA, Visite
È trascorso un anno dal viaggio di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti. Nei 4 giorni trascorsi nell’isola, il pontefice ha visitato diverse città: L’Avana, Holguin e Santiago, lasciando un messaggio di speranza ovunque. È indubbio il peso che ha avuto il Santo Padre nel disgelo fra Cuba e gli Stati Uniti dopo 50 anni, grazie anche all’impegno di molte figure tra le quali Monsignor Becciu, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato e Mons. Jaime Ortega, Aricescovo dell’Avana. Ma attraverso diversi interpreti, i due paesi sono pronti ora a scrivere una nuova pagina della loro storia e dei loro rapporti.
Il presidente statunitense ha ammesso le sue colpe riguardo le relazioni con Cuba, Raul Castro non ha chiuso la porta, Papa Francesco ha seguito la vicenda con attenzione e fiducia essendo stato certamente uno degli artefici di questo avvicinamento.
Proprio ad Holguin, nel corso del suo secondo giorno a Cuba, il Papa aveva ricordato come dei concittadini non ci si deve approfittare ne tanto meno abusare, un monito chiaro, nella provincia di origine di Raul e Fidel Castro. Con il Leader Maximo il Papa ha avuto un incontro privato, due figure così lontane e allo stesso tempo molte vicine non solo per per la loro formazione gesuitica, ma soprattutto per avere messo sempre al centro della loro vita l’attenzione per i poveri e per la giustizia sociale.
Nella visita del Papa a Cuba, l’istituzione Chiesa ha tratto il beneficio di essere riconosciuta come un fattore sociale che integra, una spina dorsale di valori patriottici radicati nella fede cattolica. Un riconoscimento che la impegna ad essere “voce di chi non ha voce”. Allo stesso tempo anche il credente medio di qualsiasi fede, ha percepito la voglia di liberarsi di tutte le paure che così a lungo hanno pesato sulle espressioni religiose
La successiva partenza del Papa verso gli Stati Uniti ha creato una ulteriore ed ideale legame fra i due paesi, ma soprattutto ha confermato la volontà di Papa Francesco di dare un nuovo impulso a certe relazioni seguendo il suo principio di costruire ponti e non barriere.
Cuba in tal senso è stata una nuova tappa per il pontefice alcuni mesi dopo, lo scorso febbrario, quando diretto in Messico si è fermato a L’Avana per l’incontro con il Patriarca di Mosca Kirill I.
Un evento atteso da mille anni, ovvero dal grande scisma del 1054 nel cristianesimo tra la Chiesa d’Occidente e quella d’Oriente. “Finalmente! Siamo fratelli”, ha esclamato dopo il meeting Papa Francesco, al termine di un incontro storico, avvenuto a Cuba, nuova terra di dialogo e avvicinamento per la Chiesa e non solo.