
- Posted by Matteo Ciofi
- On Gennaio 25, 2016
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- Angelus, Missionari, Papa Francesco, Vangelo, Vaticano
Nell’Angelus di ieri mattina in piazza San Pietro il Papa ha ricordato come essere cristiani significhi essere missionari, di conseguenza per chi appartiene alla Chiesa la priorità rimane sempre quella dell’evangelizzazione la quale non è “assistenza sociale” né “attività politica”, ma un gesto in cui si “offre la forza del Vangelo di Dio”.
Prima di Gesù il popolo ebraico aveva conosciuto molti profeti, ma il nuovo Rabbi che viene da Nazareth – ha spiegato Papa Francesco – risaltava subito sugli altri per l’originalità della sua parola, “che rivelava il senso delle Scritture”, e per la “potenza” che imponeva l’obbedienza anche agli “spiriti impuri”:
“Gesù è diverso dai maestri del suo tempo. Per esempio, non ha aperto una scuola per lo studio della Legge, ma va in giro a predicare e insegna dappertutto: nelle sinagoghe, per le strade, nelle case, sempre in giro. Gesù è diverso anche da Giovanni Battista, il quale proclama il giudizio imminente di Dio, mentre Gesù annuncia il suo perdono di Padre”.
Bergoglio ha successivamente commentato il Vangelo del giorno, il passaggio in cui Gesù nella Sinagoga si alza a leggere il passo di Isaia il quale parla del mandato a proclamare il “lieto annuncio” ai poveri e la liberazione di tutti gli oppressi, concluso da un commento che lascia stupiti i presenti: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. In questa considerazione si riassume per il pontefice tutta l’esperienza cristiana:
“Evangelizzare i poveri: questa è la missione di Gesù, secondo quanto Lui dice; questa è anche la missione della Chiesa, e di ogni battezzato nella Chiesa. Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa. Annunciare il Vangelo, con la parola e, prima ancora, con la vita, è la finalità principale della comunità cristiana e di ogni suo membro”.
I destinatari privilegiati della Buona Novella, ha ribadito il Santi Padre, sono per Gesù “i lontani, i sofferenti, gli ammalati, gli scartati della società”. Evangelizzarli “significa avvicinarli, servirli, liberarli dalla loro oppressione” e il farlo o meno per Francesco è questione di un ininterrotto esame di coscienza per parrocchie, associazioni, movimenti ecclesiali:
“L’evangelizzazione dei poveri, portare loro il lieto annuncio, è la priorità? Attenzione: non si tratta solo di fare assistenza sociale, tanto meno attività politica. Si tratta di offrire la forza del Vangelo di Dio, che converte i cuori, risana le ferite, trasforma i rapporti umani e sociali secondo la logica dell’amore. I poveri, infatti, sono al centro del Vangelo”.