
- Posted by Matteo Ciofi
- On Agosto 24, 2015
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- Angelus, Cristo, Papa Francesco, Piazza San Pietro, Ucraina, Vaticano
Nell’Angelus domenicale il Papa si è concentrato su due punti in particolare: la situazione in Ucraina e la fedeltà a Cristo, spunto suggerito dal Vangelo del giorno.
A tal proposito, il pontefice, riprendendo il passo in cui si evince il malumore dei tanti rimasti abbagliati dal Messia che li ha sfamati miracolosamente a migliaia, moltiplicando pochi pani e pesci, ma sul quale però è impossibile fare sogni di gloria, ha detto: “Così alcuni guardavano Gesù, come un Messia che doveva parlare e agire in modo che la sua missione avesse successo, subito. Ma proprio su questo si sbagliavano: sul modo di intendere la missione del Messia! Perfino i discepoli non riescono ad accettare quel linguaggio, linguaggio inquietante del Maestro”.
Il Santo Padre ha proseguito spiegando come Gesù ci offra la chiave per superare la difficoltà; una chiave fatta di tre elementi: “Primo, la sua origine divina, Egli è disceso dal cielo e salirà ‘là dov’era prima’. Secondo: le sue parole si possono comprendere solo attraverso l’azione dello Spirito Santo, Colui ‘che dà la vita’. Terzo: la vera causa dell’incomprensione delle sue parole è la mancanza di fede: ‘Tra voi ci sono alcuni che non credono’, dice Gesù”.
È proprio lui infatti a fare una domanda precisa, a chiedere esplicitamente di scegliere in maniera precisa. “Volete andarvene anche voi?”, domanda. Pietro risponde a nome di tutti – “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” – e il Papa attira l’attenzione su questa sua confessione di fede. “Non dice – osserva – ‘dove andremo?’, ma “da chi andremo?”
“Il problema di fondo non è andare e abbandonare l’opera intrapresa, ma è da chi andare. Da quell’interrogativo di Pietro, noi comprendiamo che la fedeltà a Dio è questione di fedeltà a una persona, con la quale ci si lega per camminare insieme sulla stessa strada. E questa persona è Gesù. Tutto quello che abbiamo nel mondo non sazia la nostra fame d’infinito. Abbiamo bisogno di Gesù, di stare con Lui, di nutrirci alla sua mensa, alle sue parole di vita eterna!”
Il Papa si è così rivolto alla folla chiedendo un momento di silenzio, quasi di raccoglimento, un attimo in cui chiedere a se stessi chi sia Gesù. Chi è Gesù per me? È un nome? Un’idea? È un personaggio storico soltanto? O è veramente quella persona che mi ama, che ha dato la sua vita per me e cammina con me”. Per te chi è Gesù? Stai con Gesù? Cerchi di conoscerlo nella sua parola? Leggi il vangelo tutti i giorni, un passo del Vangelo per conoscere Gesù? Porti il piccolo Vangelo in tasca, nella borsa, per leggerlo, ovunque? Perché più stiamo con Lui più cresce il desiderio di rimanere con Lui”.
Il pensiero domenicale del Papa si è focalizzato anche sull’Ucraina, una situazione che il pontefice ha ribadito di seguire con preoccupazione e sulla quale si è espresso con queste parole: “Rinnovo il mio accorato appello affinché siano rispettati gli impegni presi per giungere alla pacificazione e con l’aiuto delle organizzazioni e delle persone di buona volontà, si risponda all’emergenza umanitaria nel Paese. Il Signore conceda la pace all’Ucraina, che si accinge a celebrare domani la festa nazionale”.