
- Posted by Matteo Ciofi
- On settembre 30, 2015
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- Cuba, Papa Francesco, San Pietro, Udienza Generale, USA, Vaticano
L’ultima udienza generale di settembre si è incentrata inevitabilmente sul viaggio appena concluso e così il Papa è tornato a ribadire concetti già espressi chiaramente durante la conferenza stampa aerea.
Il Santo Padre ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno permesso il viaggio oltreoceano, con una nota speciale per i Presidenti Castro e Obama e per il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.
“Missionario della Misericordia”, così si è definito nuovamente Papa Francesco affermando di essersi presentato a Cuba, una terra ricca di bellezza naturale, di cultura e di fede, con questo ruolo.
“La misericordia di Dio è più grande di ogni ferita, di ogni conflitto, di ogni ideologia; e con questo sguardo di misericordia ho potuto abbracciare tutto il popolo cubano, in patria e fuori, al di là di ogni divisione” ha proseguito il pontefice.
“Non più chiusure, non più sfruttamento della povertà, ma libertà nella dignità”, ha rimarcato il Santo Padre. “Questa è la strada che fa vibrare il cuore di tanti giovani cubani: non una strada di evasione, di facili guadagni, ma di responsabilità, di servizio al prossimo, di cura della fragilità”.
Il Papa è tornato così sul concetto dei “ponti” con queste parole: “Da Cuba agli Stati Uniti d’America, è stato un passaggio emblematico, un ponte che grazie a Dio si sta ricostruendo. Dio sempre vuole costruire ponti; siamo noi che costruiamo muri! E i muri crollano, sempre!”
Sull’esperienza statunitense, il Santo Padre ha sottolineato che la più grande ricchezza degli USA e della sua gente sta nel patrimonio spirituale ed etico. Da qui, è stato immediato il collegamento a San Junípero, che per il Papa mostra la strada della gioia: andare e condividere con gli altri l’amore di Cristo”.
“Questa è la via del cristiano, ma anche di ogni uomo che ha conosciuto l’amore: non tenerlo per sé ma condividerlo con gli altri. Su questa base religiosa e morale sono nati e cresciuti gli Stati Uniti d’America, e su questa base essi possono continuare ad essere terra di libertà e di accoglienza e cooperare ad un mondo più giusto e fraterno.
Il pontefice ha ripercorso l’incontro alla sede dell’ONU così come il passaggio a Ground Zero prima di chiudere la catechesi tornando alla tappa finale, quella di Philadelphia, con l’incontro con le famiglie.
“La famiglia, cioè l’alleanza feconda tra l’uomo e la donna, – ha ribadito il Papa- è la risposta alla grande sfida del nostro mondo, che è una sfida duplice: la frammentazione e la massificazione, due estremi che convivono e si sostengono a vicenda, e insieme sostengono il modello economico consumistico. La famiglia è la risposta perché è la cellula di una società che equilibra la dimensione personale e quella comunitaria, e che nello stesso tempo può essere il modello di una gestione sostenibile dei beni e delle risorse del creato”.
L’ultimo pensiero del Papa, al termine dell’udienza generale e al momento del saluto ai pellegrini, è stato per la memoria di San Girolamo. “Cari giovani – ha detto – la sua passione per la Sacra Scrittura vi faccia innamorare del Libro della Vita; cari ammalati, la sua austerità riempia di significato la vostra sofferenza; cari sposi novelli, il suo vigore spirituale fortifichi la fede nella vostra nuova casa”.
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